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Otoplastica

Otoplastica (correzione orecchie ad ansa)

Esistono vari tipi di deformità dell’orecchio ed ognuna di esse deve essere trattata in maniera differente. L’otoplastica viene eseguita per correggere l’eccessiva protrusione delle orecchie al fine di riporle in una più normale posizione rendendole così meno evidenti.

L’intervento non ha assolutamente alcun effetto negativo sull’udito.
L’intervento può essere eseguito sia in anestesia locale, con o senza sedazione, che in anestesia generale. Il tipo di anestesia scelto dipenderà dal desiderio del singolo paziente e dal giudizio del medico. L’anestesia locale in genere viene utilizzata per pazienti adulti o adolescenti e consiste nell’infiltrazione del campo operatorio con anestetico locale al fine di eliminare la sensibilità dolorosa. L’anestesia generale in genere è utilizzata per pazienti non in grado di offrire un’adeguata collaborazione.

L’operazione dura approssimativamente da 1 a 2 ore e non è dolorosa.
L’intervento consiste nell’incisione della faccia posteriore dell’orecchio con la rimozione di una losanga di cute. La cartilagine viene esposta e viene rimodellata in modo da ottenere una migliore configurazione e la sistemazione in posizione normale. Alla fine dell’intervento viene applicata una medicazione a forma di turbante intorno alla testa in modo da proteggere entrambe le orecchie e limitare il gonfiore e la sensazione di fastidio.

Il costo dell’intervento varia da un minimo di 2000 euro ad un massimo di 4000 euro.

18 gen, 2012 Autore
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Chirurgia del volto, Chirurgia Estetica

Correzione capezzolo introflesso

Il capezzolo introflesso è un anomalia abbastanza frequente da cause verosimilmente di origine genetica: infatti è facile riscontrarlo in generazioni successive della stessa famiglia. Può essere bilaterale o monolaterale. Secondo alcune teorie è dovuto ad un arresto di sviluppo per la mancanza di fibre muscolari che nascono dalla placca muscolare dell’areola associato talvolta a tralci fibrosi che trattengono i dotti galattofori. I capezzoli introflessi possono provocare sia disturbi di ordine psicologico sin dall’adolescenza sia di natura fisiologica quale la difficoltà e talvolta l’impossibilità all’allattamento.

Le tecniche di correzione sostanzialmente si possono suddividere in due categorie: tecniche che conservano la funzione dell’allattamento senza interruzione dei dotti galattofori e tecniche che invece prevedono l’interruzione dei dotti galattofori con perdita della capacità di allattare. Personalmente prediligo le tecniche conservative.

26 ott, 2011 Autore
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Chirurgia del seno, Chirurgia Estetica