Articles by " Dr. Zura"

Scleroterapia

Le Teleangectasie sono delle dilatazioni patologiche dei piccoli vasi sanguigni che sulla cute assumono l’aspetto di fini arborescenze sinuose di colore rosso vivo o rosso-bluastro; con il tempo possono diventare antiestetiche e possono provocare un dolore sordo dell’arto dopo una prolungata stazione eretta.
La scleroterapia consiste nell’iniezione di una specifica soluzione in questi vasi, usando un piccolo ago sottile. La soluzione irrita e distrugge lo strato interno del vaso sanguigno così che esso non è più in grado di trasportare il sangue. L’organismo ripara poi questo minimo danno con un impercettibile tessuto cicatriziale; tutto ciò non danneggia la circolazione, anzi la migliora eliminando la vena malata e non più necessaria. Per una particolare area di teleangectasie possono essere necessarie varie iniezioni. La procedura è praticamente indolore. ll numero delle sedute scleroterapiche dipende, ovviamente, dal quadro clinico e dall’estensione della zona da sottoporre a terapia. La media delle sedute è tre-quattro per gamba ma nei casi più complicati si arriva anche a dieci-dodici. La durata totale del trattamento non è quindi facilmente prevedibile e dipende dal numero delle zone da trattare, dalla loro estensione e dalla risposta individuale, che è molto variabile. Le teleangectasie scompaiono in un periodo di tempo molto variabile da soggetto a soggetto e a seconda del farmaco che è più opportuno utilizzare: a volte anche immediatamente, a volte tra due settimane e sei mesi. Lo scopo è quello di ottenere un miglioramento del 75-90%. Le recidive possono comparire dopo un periodo di 1-5 anni; questo trattamento infatti non impedisce la comparsa di nuove teleangectasie. La maggior parte delle persone sottoposte a scleroterapia andrà incontro a guarigione o per lo meno otterrà un notevole miglioramento. Circa il 10% delle pazienti che si sottopongono a scleroterapia ottengono tuttavia scarsi risultati (“scarsi risultati” significa che i capillari non sono totalmente scomparsi dopo sei sedute). In casi estremamente rari le teleangectasie possono peggiorare dopo la scleroterapia.
Alla fine della seduta vengono applicati dei tamponcini da tenere per 48 ore. E’ consigliabile l’uso di calze elastiche graduate che vengono prescritte dallo Specialista e devono essere indossate dal mattino alla sera per un periodo variabile da valutare caso per caso. Per tutto il periodo del trattamento e in caso di comparsa di lividi è fatto assoluto divieto di esporre la parte al sole o sottoporre a trattamenti abbronzanti rischio pigmentazioni permanenti.

28 gen, 2012 Autore
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Scleroterapia

Laserterapia

Con il termine laser vengono indicate una “famiglia” di apparecchiature in grado di produrre radiazioni luminose dalle caratteristiche peculiari che le differenziano in maniera sostanziale da quelle emesse da una comune lampada. Infatti la luce emessa da uno strumento laser è:

  • monocromatica (vale a dire che tutti i fotoni emessi hanno la stessa lunghezza d’onda). Tale luce non può infatti venire scomposta come accade con la luce bianca, fenomeno responsabile del classico effettto arcobaleno;
  • coerente (tutte le onde luminose viaggiano in “fase” spazio-temporale);
  • collimata (le radiazioni sono parallele e non tendono a divergere).

In base alla sostanza sorgente delle radiazioni, le apparecchiature laser hanno caratteristiche ed applicazioni diverse-offrendo oggi possibilità terapeutiche notevoli contro patologie e inestetismi fino a pochi anni fa di difficile trattamento come le lesioni pigmentarie benigne, i tatuaggi, la patologia vascolare, il crono-fotodanneggiamento del volto e le ipertricosi.

Di recente è stata immessa sul mercato una nuova tecnologia definita frazionale allo scopo di ridurre il downtime (tempo di recupero) ed effetti collaterali. Il laser frazionale permette un miglioramento delle irregolarità cutanee superficiali del volto, quali rughe sottili, difetti di pigmentazione da danno solare, cicatrici da acne o di altra natura, attraverso l’asportazione selettiva degli strati superficiali dell’epidermide e del derma. La profondità del trattamento, che condizionerà l’entità del risultato ma anche il tempo di recupero estetico, è basata fondamentalmente sulla quantità di energia utilizzata dall’operatore e dal numero di passaggi eseguiti. Il tipo di terapia laser viene quindi concordata con il/la paziente in relazione alle sue aspettative ed alla sua disponibilità ad affrontare un decorso post -trattamento più o meno prolungato. Il laser frazionale oltre all’azione resurfacing produce un riscaldamento sulle zone trattate, che determina un “effetto lifting” particolarmente vantaggioso nei soggetti caratterizzati da una pelle con alterazioni solari importanti (discromie, rughe sottili diffuse) e iniziale lassità dei tessuti facciali. Dopo il trattamento, la pelle del viso risulta quindi non solo migliorata nell’aspetto superficiale ma anche più tonica. Il/la paziente nel postoperatorio deve evitare di esporsi ai raggi ultravioletti e mascherare l’arrossamento cutaneo con un fondotinta molto coprente. Il trattamento deve quindi essere accuratamente pianificato con il/la paziente, che deve essere consapevole che il risultato, estremamente favorevole sotto il profilo estetico, si associa ad un lungo decorso post-trattamento e che dovrà seguire scrupolosamente, per alcuni mesi, le istruzioni del medico.
INDICAZIONI – Il trattamento laser risulta indicato nel trattamento delle lesioni vascolari, delle rughe superficiali del volto, delle irregolarità di pigmentazione, delle cicatrici esito di acne o di altra natura, del crono-fotodanneggiamento.
Il trattamento non presenta controindicazioni, tranne nei/nelle pazienti di colorito scuro, che sono predisposti/e ad un rischio elevato di alterazioni della pigmentazione post-trattamento. Un’importante controindicazione è rappresentata da pazienti poco motivati o poco collaboranti, che non siano in grado di seguire scrupolosamente la terapia post-chirurgica. Nel caso esistano precedenti di infezioni erpetiche, verrà prescritta una terapia con Aciclovir da cominciare qualche giorno prima.

28 gen, 2012 Autore
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Laserterapia

Epilazione progressivamente permanente

Il principio su cui si basa l’epilazione laser/luce pulsata è quello della selettività termocinetica (fototermolisi selettiva) secondo cui, utilizzando peculiari lunghezze d’onda, si può ottenere un determinato effetto biologico con minimo danno sui tessuti circostanti. La luce laser/luce pulsata, opportunamente regolata, raggiunge il follicolo pilifero fino alla regione del bulbo, dove viene assorbita e trasformata in calore con conseguente necrosi termica e caduta del pelo. Il trattamento è efficace quando il follicolo è in fase di crescita (anagen) ed essendo tale fase non contemporanea anche per follicoli presenti nel medesimo sito anatomico, sono necessari trattamenti multipli, intervallati di 4-12 settimane.
La epilazione laser/luce pulsata assistita presenta vantaggi notevoli rispetto alla rimozione dei peli con le tecniche tradizionali in quanto:

  • la rasatura, eseguita con un rasoio elettrico o di sicurezza, assicura una rimozione dei peli economica e indolore, comporta però l’irritazione della cute;
  • la ceretta depilatoria, a freddo o a caldo, consente di rimuovere i peli dalla superficie cutanea con una ricrescita variabile dalle 2 alle 6 settimane, però tale procedura può dar luogo a irritazione cutanea e follicoliti;
  • la rimozione manuale dei peli tramite pinzette può dar luogo a peli incarniti, follicoliti e cicatrici e inoltre non può essere eseguita su superfici estese;
  • le sostanze depilatorie chimiche, che idrolizzano il legame di solfuro dissolvendo il pelo, sono composti spesso maleodoranti e di frequente danno luogo a dermatiti irritative o da contatto.
  • l’elettrocoagulazione dei follicoli piliferi, oltre ad essere dolorosa ed estremamente laboriosa, è gravata da complicanze di tipo cicatriziale.

L’epilazione laser/luce pulsata assistita produce una riduzione duratura del numero dei peli su ampie zone del corpo, con minima dolorabilità,
I maggiori benefici si hanno in soggetti con cute chiara e peli scuri in quanto la melanina presente a livello epidermico può interferire con meccanismo competitivo nell’assorbimento della luce laser del follicolo.
Il mese precedente e nei due mesi successivi al trattamento è sconsigliata l’esposizione solare o lettini abbronzanti. Il numero dei trattamenti può essere variabile dalle 5 alle 10 sedute in relazione al tipo di cute (fototipo chiaro o scuro), al colore del pelo, alla zona di trattamento, alle problematiche ormonali di base.
In alcuni casi, in soggetti affetti da ipertricosi e irsutismo, è necessario valutare preventivamente lo stato endocrinologico e abbinare una terapia con antiandrogeni, che ottimizza e rende più duraturi i risultati ottenuti con la laserterapia.
Il trattamento si effettua solo su peli visibili, che devono avere una lunghezza di pochi millimetri rispetto alla superficie cutanea.
E’ possibile effettuare un’epilazione con lametta o con rasoio tra una seduta e l’altra di laserterapia nell’eventualità in cui gli intervalli tra le sedute fossero molto allungati.
Prima del trattamento l’area da trattare viene ripulita con una soluzione detergente, per togliere le impurità della pelle, e durante il trattamento talora viene applicato un gel per ridurre la dolorabilità locale, in quanto è possibile avvertire una modesta sensazione di bruciore e pizzicore.
Durante la seduta è indispensabile indossare adeguati occhiali protettivi, in quanto il raggio può causare danni permanenti alla retina.
La quantità di tempo necessaria, per ogni seduta, dipende dalle dimensioni della superficie che deve essere trattata.
Nei giorni successivi si consiglia di applicare una pomata lenitiva e antinfiammatoria ed eventualmente di applicare schermanti solari se il trattamento è effettuato su una zona fotoesposta.

19 gen, 2012 Autore
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Epilazione

Blefaroplastica

Blefaroplastica (correzione borse palpebrali)

La blefaroplastica è un intervento che consente, a seconda delle necessità, di asportare la cute in eccesso a livello delle palpebre, di eliminare le cosiddette borse palpebrali (cuscinetti di grasso profondo) e di modificare il “taglio” e l’orientamento dell’angolo degli occhi, se richiesto. Tutti questi aspetti contribuiscono ad un aspetto stanco dello sguardo e spesso sono il primo segno dell’invecchiamento del volto. Il risultato finale consiste generalmente in un aspetto più riposato, fresco e giovanile. Tuttavia l’intervento non permette di eliminare le rughe sull’esterno dell’occhio (zampe di gallina), anche se queste possono essere migliorate ed apparire meno evidenti grazie alla distensione della pelle ottenuta. Le discromie presenti soprattutto sulla cute della palpebra inferiore (cerchi scuri o bluastri) difficilmente vengono migliorate dall’intervento. Anche la caduta (ptosi) del sopracciglio e le borse zigomatiche non vengono migliorate. Le cicatrici sono generalmente quasi impercettibili. Nella palpebra superiore sono nascoste in gran parte nel solco che si forma all’apertura dell’occhio e, solo lateralmente all’angolo dell’occhio, debordano e sono evidenti per qualche tempo, anche se ben camuffabili con un correttore. Nella palpebra inferiore la cicatrice corre subito sotto alle ciglia e sporge lateralmente per circa un cm. L’intervento di blefaroplastica può essere condotto, a seconda delle indicazioni, sulle palpebre superiori, su quelle inferiori o su entrambe contemporaneamente La blefaroplastica, di solito effettuata in anestesia locale, può talvolta richiedere una sedazione o eccezionalmente l’anestesia generale, con un ricovero di 1 giorno. Il tipo e la frequenza delle medicazioni, così come l’epoca della rimozione dei punti, dipendono dal singolo caso clinico e dalla tecnica impiegata. Il risultato, molto buono fin dall’inizio, anche se un poco alterato dall’inevitabile gonfiore ed ecchimosi post-operatori, tende a stabilizzarsi nel giro di alcune settimane. L’intervento non interferisce minimamente con le capacità visive.

Il costo dell’intervento varia da un minimo di 2000 euro ad un massimo di 4000 euro.

18 gen, 2012 Autore
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Chirurgia del volto, Chirurgia Estetica

Mastoplastica additiva

La mastoplastica additiva è un intervento che produce un aumento del volume delle mammelle e quindi della loro consistenza. Ciò si ottiene mediante l’introduzione di protesi di silicone. Candidate per tale operazione sono donne le cui mammelle siano sproporzionatamente piccole o che abbiano perso consistenza o siano pendule a seguito di ripetuti allattamenti, oppure abbiano forma e volume indesiderati o che siano asimmetriche. In quei casi in cui le mammelle siano molto pendule, può essere necessario un intervento di mastopessia in aggiunta o in sostituzione della mastoplastica additiva.

Non vi è alcuna evidenza che l’intervento di mastoplastica additiva, mediante protesi, abbia una qualsiasi influenza nel determinare il cancro della mammella.

L’intervento può essere eseguito in anestesia generale in clinica o in anestesia locale con sedazione. Una piccola incisione di circa 5 cm nel solco sottomammario oppure nel cavo ascellare o nel contorno dell’areola sarà la via d’accesso per l’introduzione dell’impianto. Si preparerà una tasca al di sotto della ghiandola o del muscolo pettorale, a seconda delle necessità, e la protesi verrà inserita.
I tessuti profondi e la cute verranno poi suturati. L’intervento non è lungo. La misura della protesi verrà discussa con il chirurgo all’incontro che precederà l’operazione. In tale sede saranno quindi considerati attentamente fattori quali le dimensioni della mammella, del torace e la costituzione generale, nonché le preferenze personali.
Nel caso della sostituzione di protesi in precedenza impiantata si provvederà alla revisione della tasca mammaria.

Il costo dell’intervento varia tra 5000 e 6500 euro in rapporto alla tecnica ed alle protesi utilizzate.

18 gen, 2012 Autore
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Chirurgia del seno, Chirurgia Estetica